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al testo di Adielle
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Hai lasciato la porta aperta sulla cima del monte hai cancellato le tracce tagliato capelli e unghie hai affilato i denti per morsi secolari le vene che facessero il verso al corso del fiume hai aspettato tanto che cadesse nel vuoto un candido saluto poi hai rincorso a valle la sua pallida eco hai visto bene la forma del mio corpo troppi nodi che non hai voglia di sciogliere perchè la bruttezza inaudita c'è chi la lega ma non chi l'accoglie se di bellezza educata indossa il cappio dolce così le parole d'amore sono solo parole non barattano fatti d'amore con qualche sorriso di carta ma fino a quando ci saranno stagioni da ricordare il peso della solitudine sarà una variabile da considerare come il traffico o una pioggia improvvisa a vuotare il calice d' implacabili distanze; i rami dell'albero, la grotta quella volta il porticato quell'altra, cemento a perdita d'occhio di falangi armate a colonna pur di non bagnarsi muovere guerra a gravide nuvole soffocare il mondo stringendo i pugni e poi lasciare libere le mani dagli agguati del tempo che ci rimane impigliato tra le dita ad istruirci sulla nostra capacià di eludere gli oracoli. Perchè sei bella di una bellezza che ti basta ad esser viva io no, ho bisogno di stratagemmi, di opportuni tendini argani, arcani argini alla mia deriva spezzati fremiti e respiri aridi insonni giochi e privazioni dalle punte di ferro chiodi e braci di fuoco, nei miei sogni di fachiro: come un'incudine appesa ad una mongolfiera reduce orfana di qualunque martello.
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